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Tutela giuridica delle App

11/06/2018

Le applicazioni o “App” consistono tipicamente in software per svolgere diverse funzioni e sono sviluppate per telefoni cellulari, tablet o altri dispositivi mobili.

La protezione giuridica delle App potrà, quindi, far riferimento alle tutele accordate ai programmi per elaboratori, in quanto costituite da una serie di istruzioni impartite ad una macchina per conseguire determinati risultati (c.d. software applicativo).

La tutela giuridica dei programmi per elaboratori in Italia è stata regolamentata in modo specifico a seguito del recepimento della direttiva comunitaria 250/91/Cee.

In particolare, la protezione prevista dalla legge sul diritto di autore non riguarda il contenuto del software applicativo o i principi e le idee alla base del programma stesso bensì il modo in cui le istruzioni sono impartite.

Se si analizzano le varie categorie di App disponibili nei “negozi” virtuali si possono individuare diverse tipologie che possono in vario modo essere interessate dalla disciplina del diritto di autore.

Le cosiddette le “Utilities”, che sono quelle applicazioni che aiutano l’utente a reperire informazioni sono spesso organizzate in forma di banche dati (database) ovvero le informazioni sono ordinate in modo da essere reperite facilmente attraverso delle interfacce grafiche intuitive. Le banche dati sono specificatamente indicate nell’elenco delle opere protette agli art. 1 e 2.9 della L.D.A. (con il recepimento della Direttiva 96/9/Ce) e i diritti del creatore del database sono protetti dagli articoli 64-quinquies e sexies della L.D.A. Come per tutte le opere, anche i database per poter essere protetti dal diritto d’autore devono, tuttavia, soddisfare il requisito del carattere creativi nella selezione e collocazione del materiale raccolto ad esclusione del loro contenuto. Secondo la giurisprudenza italiana che si è pronunciata sul punto, per banche dati protette da diritto di autore si intendono solamente quelle che raccolgono una serie di informazioni altrimenti reperibili solo ricorrendo ad una pluralità di fonti diverse. Al riguardo si evidenzia che è stata riconosciuta la qualifica di banca dati ai sensi della legge del diritto di autore per I motori di seconda generazione come Virgilio, Yahoo, Google ecc.... sono sicuramente banche dati in quanto gestiscono un catalogo manuale e/o automatico delle migliori pagine selezionate dal web. Google in particolare è un'enorme banca dati di pagine web prelevate dagli spiders quasi per intero dal web e memorizzate su enormi sistemi di storage residenti presso il suo web-farm”.

Gli articoli 102 bis e seguenti della LDA prevedono inoltre che anche nel caso non sussista alcun carattere creativo del database ma siano stati realizzati investimenti rilevanti per la formazione dello stesso e non del suo contenuto persista una protezione seppur attenuata per il “costitutore”.

La predetta tutela attenuata è relativa ad un “diritto connesso” ed ha durata inferiore rispetto a quella prevista per il diritto d’autore.

In sostanza la creazione di un Data Base profilato degli utenti delle App (come ad esempio quello di Facebook) costituisce un bene protetto dal diritto d’autore.

Ulteriore categoria di applicazioni presente negli store che potrebbe essere assoggettato a tutela giuridica è quella dei giochi, sia come riproduzione di giochi esistenti, sia come giochi appositamente creati per i dispositivi mobili.

Il diritto d’autore nei giochi attiene principalmente a due aspetti la grafica e la musica, che se non rappresenta una nuova melodia sarà un brano musicale per il quale è necessario ottenere una licenza di utilizzo.

Nel caso in cui nel gioco siano presenti marchi, disegni o immagini di terzi occorrerà altresì richiederne i diritti di sfruttamento al relativo proprietario a pena di incorrere in una violazione dei diritti di proprietà industriale relativi ai marchi e ai disegni e modelli registrati e una violazione del diritto allo sfruttamento dell’immagine.

Un’ulteriore categoria di App molto diffusa è quella relativa alla personalizzazione del proprio dispositivo attraverso l’utilizzo di immagini come ad esempio sfondi o screensaver. Simili applicazioni sono organizzate come database che classificano per categoria le immagini raccolte al fine di renderle ricercabili dall’utente. Come già specificato in precedenza, i database godono di protezione giuridica quando sussiste il carattere della creatività nella selezione o quando comunque siano necessari grossi investimenti per la sua costituzione.